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Queste sono le mie creazioni e pensieri


mercoledì 8 dicembre 2010

Sullo sperimentare dei bambini

Il loro lavoro è sperimentare...lo sentono fortemente dentro, come un fuoco, e il fuoco è difficile da spegnere, bisogna avere gli strumenti giusti alrimenti ci si scotta.
Si aspettano da noi che li aiutiamo e li proteggiamo nel loro lavoro, si fidano di noi, e pensano probabilmente che anche noi siamo interessati a farli sperimentare.
Non hanno esperienza, ed hanno un ridotto uso della parte razionale, perciò i discorsi troppo lunghi e le prese di posizione non li sanno decifrare, pensano siano un gioco, perchè suscitano reazioni strane nei genitori.
Quando dite no esprimete una emozione?...
In questo momento usano molto la parte che riguarda le emozioni e il rapporto causa effetto , perciò per parlare con loro, questi sono i canali adatti.
A volte sappiamo usarli poco, ormai, non siamo più abituati ad esprimere liberamente la tristezza, la sensazione di allarme profonda, siamo assaliti da rabbia o impostiamo la nostra presenza in una non precisata "fermezza".
E forse non ci lasciamo più sperimentare con loro, sappiamo già che una cosa non si fa, ma il bimbo ch si sente sempre originale ed unico, ha bisogno di sapere che noi sappiamo bene di cosa stiamo parlando quando diciamo no....perciò se diciamo no dall'altra parte della stanzail bimbo non ci crede...ci deve vedere con l'oggetto vicino.
E' convinto poi che sia anche nostro interesse che lui sperimenti, del resto è il suo lavoro, e lui è scrupoloso in questo, deve formarsi il senso il gusto e l'udito per tutta la vita mica bruscolini, è straconvinto che saremo in grado di proteggerlo se qualcosa gli potesse pregiudicare la vita, e che sapremo andargli incontro per poter lasciarlo sperimentare in tutta sicurezza....ossia se il genitore non fa nulla significa che non sono in pericolo di vita, significa che posso continuare.
Ci vede noi che usiamo quello stesso oggetto, e geneticamente i bimbi sono programmati per imitare i genitori in quello che usano, o in quello che fanno.




A volte non sappiamo più usare la conseguenza, il rapporto causa effetto, eppure è un linguaggio lampante...I bambini è giusto che sperimentino da soli, ma a volte le cose possono essere troppo grandi, ossia le conseguenze troppo pericolose, ed è ovvio dobbiamo proteggerli, ma noi che abbiamo esperienza, sappiamo che in certi casi le cose sono pericolose o si danneggiano solo se usate male. Se poi l'esperienza è troppo "forte" , il cervellino non riesce a esaminarla dentro, probabilmente la rifarà per capirla meglio o per farla nel modo giusto...(e da li si vede il bimbo che pur facendosi male continua imperterrito a zuccarsi per terra).
Perciò la cosa migliore è aiutarlo , guidarlo nell'esperienza, insegnergli come si usano le cose, quali sono i limiti reali del pericolo, e non solo quelli immaginari che stanno solo nella nostra testa e che però per quanto si potrebbe ipotizzare che legga nel pensiero, nemmeno capisce.
Abbiamo paura ovviamente che prenda di sua iniziativa e faccia da solo....benissimo...probabilmente però lo farà nel modo giusto...bisogna tenere conto comunque un periodo finestra, in cui c'è da monitorare e osservare che lo faccia nel modo giusto anche se non interveniamo.
Del resto non stiamo lo stesso col fiato sul collo e lo monitoriamo continuamente? almeno quando sappiamo che una cosa la sa usare...pace....per lo meno avremo più tempo di intervenire prima che gli vengano altre idee su come usare quella cosa.
Perchè li conosciamo e sappiamo dai loro occhi furbetti che hanno in mente qualcosa
E poi la connessione non è compromessa, siamo dalla loro parte, loro si fidano del nostro giudizio e quando sarà davvero da limitare del tutto una cosa....(se siamo sinceri) sapranno capire
Quando ad un fiume in piena mettiamo uno sbarramento, il fiume non fa altro che ingrossarsi e fuoriuscire dagli argini o scavalcare questo sbarramento, se invece deviamo il flusso delle acque, o allarghiamo gli argini, l'acqua scorre come sta bene a noi, senza fuoriuscire.
Lo sbarramento è il NO, un blocco, un antagonismo, mi contrappongo a te, mi allontano, il resto invece è tutto fiume.
Si dice anche no eh....ma è un no davero calibrato , un no che è un "davvero non si può"

Siccome non siamo nell'eden spesso manca il tempo e la voglia, è comprensibile, e quando non si può, forse è molto meglio agire cambiando l'ambiente...perchè se mi sventolano la fetta di prosciutto davanti al naso, non so a voi ma a me viene fame, relegando ai momenti in cui siamo disponibili, questo tipo di sperimentazioni guidate.
(non c'è nulla di peggio che fare le cose quando abbiamo fretta o non abbiamo voglia)

Bisogna anche domandarsi se ci sono retaggi culrìturali che ci spingono a dire che "deve imparare ad obbedire""deve ascoltare" e capire se vogliamo una scimmietta ammaestrata o nostro figlio.
Imparerà ad obbedire e ad ascoltare, ma non perchè glielo imponiamo noi..ma pechè sarà d'accordo con noi, vedrà la realtà delle cose e converrà che conviene fare così...non è forse meglio?...è uno strumento per la vita, avrà la possibilità di utilizzare il suo spirito critico e osserverà gli elementi che gli servono, senza essere pressato dal dover trasgredire o meno, avrà la mente libera da questa pressione e saprà ragionare meglio su quello che gli conviene...altrimenti gli tocca magari trasgredire da grande solo perchè finalmente lo può fare, oppure si farà mille sensi di colpa e si eviterà delle emozioni e delle cose belle, solo perchè c'ha la vocina dell'adulto che gli dice di non farlo.
Saprà fermarsi in tempo perchè riconoscerà il giusto limite, perchè sentirà dentro di sè il disagio, e l'allarme, saprà volersi bene .

Quante volte li fermiamo prima , non per una necessità visibile e reale, ma semplicemente per "precauzione", loro li il limite non lo vedono, perciò continuano.

Si dice sempre che i bimbi hanno bisogno di limiti...ma sono questi i limiti che vogliono, i limiti della nostra umanità, i limiti fisici e reali, non le imposizioni che mettiamo noi a noi stessi e a loro.
Meglio mettersi in gioco che giocarsi il bambino.
Si perchè loro la fissa ce l'hanno comunque, ed è molto facile che appena giriamo la testa, li vanno a parare, e senza sapere nulla di come si usa, sanno solo che loro non possono e noi si..già questo a me basterebbe per farmi girare le scatole, e perbacco , che almeno sappiano approciarsi bene, e ci diano almeno il tempo di arrivare senza disastrare già tutto .
Quando ci poniamo in modo assoluto, dicendo no, li trattiamo da adulti, perchè non teniamo conto del fuoco che hanno dentro. Se ci dicessero di non metterci a ballare se sentiamo una musica che ci ispira, o di non metterci a cantare se lo sentiamo dentro, o qualcosa che ci muove dentro qualcosa pur anche se non vediamo condizioni per cui non dovremmo, come minimo ci sentiremmo spaesati...ingiustamente limitati, se scegliamo ad occhi chiusi di seguire l'imposizione, probabilmente perdiamo una parte della nostra spontaneità...per seguire una indicazione esterna a noi....forse potremmo perdere il contatto con quella parte spontanea, tranciandolo per sempre in favore della indicazione esterna...forse potremmo diventare dipendenti dal giudizio altrui perchè perdiamo il giudizio nostro...mah
Mamma mia credo di aver scritto un papiro di getto.
Queste sono comunque mie osservazioni personali, con l'esperienza di tre bimbi diversissimi tra loro sulle spalle, non ancora adolescenti e non ancora adulti.....magari dovrò rivedere tutto tra qualche anno. per ora tenetevi queste .
 

5 commenti:

  1. Cara Emy, anche noi genitori siamo sperimentatori, perchè per noi è tutto nuovo. Intendo proprio noi genitori di questi decenni e non in generale... Ricordo il mio papà e quel tipo di papà lì non esiste più. I papà si sono finalmente scoperti anche loro coccoloni e teneri e loro, "i papà che cambiano i pannolini" sono forse la più grande novità del mondo! Il ruolo o compito dei limiti spetta in misura maggiore alla mamma ora. Ed è forse il compito più difficile. Quello che mette più in discussione e alla prova. Limiti a volte chiari a volte sfumati, da contrattare e decidere insieme ai figli. Tutto nuovo per noi, ruoli, emotività, il mondo la fuori con la sua struttura sociale ed economica continuamente in mutamento... Sarà tutta una sorpresa allora e speriamo di essere almeno abbastanza in gamba!

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  2. Già speriamo...solo che spesso i genitori di adesso, invece di abbracciare la sfida di questo cambiamento, auspicano il ritorno ai metodi che usavano i loro genitori, senza accorgersi che i tempi sono cambiati e senza ricordarsi, quanto quei metodi abbiano in realtà fatto loro male, li abbiano fatti sentire inadatti, o abbiano intaccato la loro autostima.
    Se si parla di "metodi" non ci si trova mai, ognuno ha la sua visione della cosa, l'unico modo per comunicare è parlare delle sensazioni, e dei bisogni, in modo che magari ognuno possa ritrovarli un po' dentro di sè nei suoi ricordi spesso appannati, e comprendere il bambino che ha di fronte, unico ed inimitabile.

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  3. Ricorriamo a quello che conosciamo, è già dentro di noi, ce lo hanno messo e a volte è inevitabile. Oppure, per contrasto, per allontanarci il più possibile da quel che conosciamo facciamo altri enormi errori perchè quel che conosciamo ci sta comunque appeso dentro, da qualche parte a condizionarci. Io ho usato quello che conoscevo perchè l'avevo visto fare a mio padre e a mia madre. Faceva parte del mio mondo inconscio, ma non funzionava. A me non riusciva. Io non ero mia madre o mio padre. Potevo anche provare a fare l'autoritaria, la dura, ogni tanto ma io diciamolo sono una coccolona, un'emotiva, una persona fragile. Sono così perchè l'educazione dei miei ha funzionato, mi ha reso debole. Non si può essere tutti forti. I forti erano loro e stop. Insomma non funzionava. Ce li avevo dentro quei germi di violenza, di aggressività. E son venuti fuori. Episodi, ormai passati. Mai le mani. Ma perdere la testa, urlare, dire cose sbagliate, lanciare cose per terra... orribile.
    Forse non tutti i genitori riescono a sperimentare ma è necessario perchè essere vigili, osservare anche il proprio comportamento, le nostre reazioni, le nostre emozioni, i nostri pregiudizi, e capire e cambiare, quando serve... è l'unico modo per crescere anche noi e riuscire finalmente ad aprirci ai nostri figli. Buon anno emy e grazie per i tuoi pensieri sempre stimolanti.
    Fede

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  4. non sono mamma (non ancora per lo meno:) ma questo post che hai scritto è davvero intenso, molto profondo e aiuta anche a riflettere.
    me lo son letto tutto d'un fiato!
    Sono convinta che tu sia una super mamma:)

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  5. Ti ringrazio Silvia, più che supermamma mi basterebbe riuscire a rispettare i miei figli...e mi rendo conto che invece a volte non ci riesco, però cerco di lavorare sodo, per avere meno rimpianti possibile.

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