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lunedì 1 marzo 2010

Copio/incollo


ALBERTO SCHIARITI, IL RAGAZZO CHE REGALA LIBRI PER STRADA

Quello che vi sto per dire, o meglio proporre, è un’iniziativa che mi affascina tantissimo. Ho sempre letto, ma ultimamente (nell’ultimo anno circa) ho sentito il bisogno di possedere i libri che leggevo e di fare un percorso intelligente. Perché, sì è vero che qualunque cosa in qualche modo ti fa crescere, ma è anche vero che il tempo è limitato e che quindi per forza occorre imparare ad amministrarlo facendo scelte mirate. Io quindi mi sono fatto consigliare un po’ di libri e pian piano ho cominciato a delineare i miei gusti, non tralasciando comunque l’occasione di provare qualcosa di nuovo.

Ciò mi sta dando molte soddisfazioni, basti pensare che ad oggi, dall’inizio dell’anno, mi sono già letto 9 libri. E nessuno di loro mi ha deluso. Tutti mi hanno lasciato un’esperienza bella dentro che mi fa sentire meglio. Bene e questo è il punto uno.

Il punto due è il seguente: molto semplicemente, la maggior parte delle persone non legge. Cavoli loro verrebbe da dire. E invece no. Se in un anno oltre la metà degli italiani non ha aperto un libro, c’è da preoccuparsi, perché ciò è indice di scarsa cultura e la scarsa cultura è indice di arretratezza mentale e… ciò non fa che renderci le solite stupide capre che eleggono capre un pelo più furbe. Quindi che l’accettiate o meno, leggere è indice di intelligenza. In un paese che sta bene le persone leggono, scrivono, ascoltano musica, si divertono e guardano film che abbiano una decenza. Questo è il punto due.

L’ultimo punto, nonché il terzo riguarda l’autobus che prendo ogni mattina. Ebbene sì. La cosa che mi inquieta molto è la surreale lontananza di persone fisicamente vicine. Ci saranno persone che (pendolariando da anni) vedo ormai da tempi infiniti a cui non ho mai rivolto parola e viceversa. E’ triste vedere come si può passare un’ora in un treno senza rivolgere parola a nessuno (sì sì, lo faccio anche io!). Com’è che accade ciò? Beh, la mia personale teoria dell’estraniamento routinario narra di una consuetudine che porta a creare uno scudo di serietà tra noi e il nostro prossimo. Tante volte infatti succede di rompere il ghiaccio proprio quando qualcuno rompe fisicamente il ghiaccio, rovinandoci sopra e provocando ilari risa tra due sconosciuti. E dobbiamo allora spaccarci una gamba per fare amicizia?

Bene, sommando questi tre apparentemente sconnessi punti, si ottiene la mia proposta.
Occorre qualcosa di concreto, un gesto all’apparenza piccolo, ma dentro molto forte. Una piccola azione concreta che scalfisca un po’ quella stramaledetta scusa che ci porta spesso a dire “Sì, ma ci sono i bambini che muoiono di fame in Africa, a che serve fare questo?”. Bene, bimbi dell’Africa, ci stiamo attrezzando, ma prima di arrivare da voi dobbiamo fare tanti piccoli scalini, perché ora come ora non siamo in grado di aiutarvi. Dobbiamo diventare persone migliori e non lo si diventa da un giorno ad un altro, ma fate un cavolo di piccolo passo che poi gli altri verranno da soli.

Il 26 marzo 2010 ognuno di voi avrà in mano un libro, una storia che considera bella, dei personaggi che ha amato. Avrà ciò in mano, nella propria borsa o dove volete.

Il 26 marzo 2010 voi prenderete questo libro e lo regalerete ad una persona a cui non avete mai parlato. Sì, proprio uno di quelli che vedete tutti i giorni. Vi alzerete , schiarirete la vostra voce e metterete qualsivoglia infondata vergogna da un’altra parte.
Prenderete quest’infuso di rivoluzione e lo donerete ad un vostro compagno. Lo guarderete negli occhi e gli sorriderete.

Perché lo stesso giorno? Perché tutti assieme? Perché saltare da soli è innocuo, ma farlo assieme a milioni di persone può far tremare la terra. Ho bisogno che diffondiate questo messaggio. Ho bisogno che condividiate quest’evento dovunque. Ho bisogno che trasmettiate agli altri l’importanza di questo gesto. Ho bisogno che voi siate i primi a capire cosa c’è dietro. Ho bisogno che la fiamma si accenda oggi e arda fino a quella data. Ho bisogno di un segnale di vita da parte di tutti. Non voglio credere che uno stupidissimo film di natale o un’ignorante tettona possa attirare e smuovere più gambe di questo messaggio.

Voglio avere fiducia. Voglio credere che la cultura possa ancora sconfiggere l’ignoranza. Voglio credere che sotto i colori di ogni partito ci siano ancora persone. Voglio credere che ogni sconosciuto desideri fare amicizia con voi.

Voglio credere.

Credere di poter cambiar qualcosa.

Oh bella, ma come potrei farei io a regalare uno dei MIEI libri????? 

2 commenti:

  1. Ciao, bellissimo post che ho trovato in ritardo e ancora senza commenti, sigh...amo i libri da sempre, compagni fedeli del mio percorso di vita, ma l'idea di costruire un ponte verso gli altri regalandone uno ad uno sconosciuto, mi pare davvero andare nella direzione giusta di combattere l'indifferenza, verso gli altri e verso la cultura, io ci sarò e proverò a diffonderlo, ogni piccolo passo che possiamo fare per condividere il piacere di informarci ed educarci mi pare meritevole, grazie mille, Giulia arrivata da te tramite il blog di mammafelice

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  2. Intanto benvenuta Giulia.
    Hai ragione bisognerà però che me ne procuri una copia...A me piaceva anche l'idea di lasciare i libri sulle panchine, con scritto sopra che è di chi lo trova etc...ma poi penso che sono i MIEI libri...difficile staccarsene :-) soprattutto se non sai se saranno coccolati come tu li hai coccolati :-)))

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