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lunedì 3 maggio 2010

Omaggio a Alice Miller da Olivier Maurel

Ho trovato in questo testo una sintesi molto azzeccata sugli scritti della Miller,
tradotto da Chiara che ringrazio , l'ho preso dal Forum nontogliermiilsorriso e lo volevo proporre qui , perchè mi sembra molto significativo.


Alice Miller è deceduta il 14 aprile 2010, all’età di 87 anni.
Il contributo della sua opera ai lettori, così come alla causa dei bambini e dell’umanità, è incommensurabile.
Chi ha letto i suoi libri, a partire da Il dramma del bambino dotato, fino a Riprendersi la vita, ha visto la propria vita profondamente trasformata. Leggere Alice Miller vuol dire ricentrarsi su sé stessi, sul bambino che siamo stati. Significa, per quante cose degradanti e mutilanti si possano aver subito, riprendere contatto con l’innocenza di quel bambino. Significa, spazzando via i giudizi che si siano potuti sostenere sui bambini, sulla loro “follia”, il loro “peccato originale”, la loro “innata bestialità”, le “pulsioni” con cui la cultura del disprezzo del bambino li ha etichettati, osare dichiarare del tutto innocente il bambino che siamo stati. Nessuno prima di Alice Miller era stato altrettanto radicale. A partire da questa certezza che i suoi libri sanno comunicare ai lettori, diventa possibile per ognuno una vera resurrezione, semplicemente perché ciascuno può riconnettersi con il bambino che è stato, la sorgente della vita dentro di lui.
In questo modo Alice Miller ha dato un apporto fondamentale alla causa dell’infanzia. Ci ha mostrato, senza mai minimizzarli, contrariamente a quanto si tende a fare, tutte le violenze alle quali i bambini sono sottoposti: mancanza di tenerezza, negligenze, assenza di cure, abuso sessuale, e soprattutto quella più universale, ovunque considerata come normale e pedagogica: la violenza educativa ordinaria. L’azione più profonda della sua opera consiste di certo per molti nell’adozione, da parte di 25 paesi al mondo, di una legislazione che vieta qualsiasi forma di punizione corporale e di umiliazione. Grazie a lei e ai suoi studi sull’infanzia dei principali criminali di massa del XXmo secolo, abbiamo potuto capire come ciò che succedeva nell’intimità del microcosmo famigliare potesse avere gravissime conseguenze nel macrocosmo della vita sociale e politica degli adolescenti e degli adulti.
Dobbiamo sperare che in seguito si capirà tutto ciò che l’opera di Alice Miller ha apportato alla causa dell’umanità. Mostrando che la vita degli adulti, la loro vita famigliare, sociale, politica, tutta la loro storia, gira attorno all’infanzia e ai bambini, Alice Miller, come il suo compatriota Copernico quattro secoli prima, ha rimesso il mondo al suo posto. Freud aveva fallito nel farlo, ma inventando la teoria delle pulsioni, dopo la morte di suo padre e per non doverlo accusare, era tornato alla vecchia accusa contro i bambini, depositari, secondo lui, delle peggiori pulsioni. Alice Miller, attraverso l’ascolto empatico dei suoi pazienti, ha capito che questa teoria era falsa, ed ha avuto il coraggio di denunciarla. E gliene serviva di coraggio, visto che si è trovata immediatamente ripudiata da molti dei suoi vecchi colleghi. Ma facendo luce sulla principale origine della violenza umana, l’opera di Alice Miller ci dà la speranza di ridurre questa violenza multiforme derivante da infanzie devastanti.
Alice Miller non è più tra noi, ma ci restano i suoi libri, ci resta il suo sito, di cui spero Brigitte Oriol continuerà ad occuparsi. Forse sarebbe possibile che i lettori e le lettrici di Alice Miller comincino, con il permesso di Brigitte Oriol, a tradurre gli articoli del sito nel maggior numero possibile di lingue, perché il pensiero di Alice Miller divenga accessibile a tutti, e si diffonda ancora più ampiamente come se lei ci fosse ancora.

Olivier Maurel

link al testo originale: http://www.oveo.org/

(Traduzione di Chiara Pagliarini)

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